Tra i principi della fisica che possiamo continuamente osservare nella realtà che ci circonda, ne esiste uno di fondamentale importanza che contribuisce ad armonizzare l’universo naturale. E’ quello della risonanza.
Si può facilmente comprendere se proviamo ad esempio a porre di fianco due pendoli, questi tendono a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi volessero assumere lo stesso ritmo e accade che in un breve arco di tempo uno dei due fa risuonare l’altro alla stessa frequenza.
Ora, se pensiamo al respiro come ad un ritmo naturale che alberga nella nostra essenza, e che non è semplicemente un’azione fisiologica, sarà semplice comprendere che il suo ritmo nelle diverse alternanze, influenza e amplifica altri aspetti del sistema corpo/mente.
Questo ci dice prima di tutto che il Respiro è l’impronta digitale della nostra Anima.
Il respiro parla di ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Racconta a noi e agli altri ciò che sentiamo, le emozioni o gli stati d’ansia: il nostro modo di respirare è unico e personale. Quindi va bene pensare di poter lavorare su di esso, di poterlo ampliare, espandere o controllare.
Prima di tutto però necessita di essere accolto, esplorato, e completamente accettato.
Perché l’atto di inspirare ed espirare è qualcosa che appartiene alla nostra capacità di accrescere e abbandonare la vita. E il nostro respiro ce lo ricorda 25.920 volte al giorno nel suo ciclico ed incessante andare e venire, portare dentro ciò che è fuori, portare fuori ciò che è dentro. Ce lo ricorda 18 volte al minuto invitandoci a prendere ciò che è buono con l’inspirazione e a lasciare ciò che non ci serve più con l’espirazione.
E abbiamo bisogno di trovare l’armonia in ognuno di questi due momenti per recuperare pienamente tutte le energie vitali. Trasformare un atto inconsapevole e automatico in un atto consapevole, può rappresentare una strada per accogliere pienamente le infinite possibilità del nostro essere.
Ben lo sapevano gli antichi i cui idiomi usavano uno stesso termine per indicare respiro e anima o spirito; è il caso dei latini dove “spirare” (respirare) e spiritus (spirito) coincidono, oppure dei greci per i quali “psiche” significa respiro e anche anima.
Perciò modificando, espandendo, o semplicemente portando l’attenzione al movimento del respiro, proprio come il principio di risonanza ci indica, altre parti del nostro sistema iniziano a vibrare, ad entrare in sintonia, ad armonizzarsi e a creare un unico ritmo, un’unica vibrazione.
Anche tutti quegli aspetti più silenti, quelli che sembrano non avere più vita o movimento, incominceranno a comunicare tra loro, a recuperare vitalità, a ricaricarsi di nuove energie. E il nostro Essere comincerà a manifestarsi.
Tutte le volte ad esempio che respiriamo a “pieni polmoni”, vale a dire quando invece che respirare per sopravvivere, apportiamo un quantitativo di ossigeno maggiore, tutto si espande: si amplificano le sensazioni, si amplifica l’energia vitale a nostra disposizione, si amplifica la vitalità.
In un respiro ampio e profondo risuona la forza vitale in tutta la sua espressione, finalmente non più imprigionata nei condizionamenti, nelle esperienze, nell’educazione che hanno reso quell’impronta digitale rigida e massificata, ma libera di esprimersi e di trovare la forma a lei più consona.
Aprirsi all’esperienza di un respiro consapevole ci può sostenere nel riconoscere e nel contrastare quel sistema che ci ha abituato da sempre a prediligere un atteggiamento di conservazione anziché di creazione. Un sistema quindi atto a custodire vecchie difese basate sulla paura e sui condizionamenti piuttosto che sull’amore.
Ecco che allora un respiro sano e aperto ci aiuterà a lasciar cadere le barriere tra la nostra vera essenza e le nostre false prudenze, mettendoci di fronte in maniera inequivocabile ai nostri desideri più profondi e ci permetterà di superare i confini che ci separano dalle persone e dalle esperienze, ritrovandoci dentro un unico respiro universale.