Per restare freschi ed apparire come fiori, dobbiamo imparare ad affrontare preoccupazioni, ansie, inquietudini e tristezze, in modo da salvaguardare comunque pace e felicità e poter ancora sorridere.
“Fermarsi” è la pratica basilare della Meditazione.
Quando le cose non vanno bene, è bene fermarsi, per impedire alle dinamiche distruttive e alle energie sgradevoli di sovrastarci totalmente.
Fermarsi non significa reprimersi; significa, in primo luogo, calmarsi; trovare la calma per poter sentire lucidamente la nostra condizione.
Se vogliamo che l’oceano stia calmo, non ne buttiamo via l’acqua. Tolta l’acqua, non rimarrebbe nessun oceano.
Quando nasce in noi la presenza di rabbia, paura e agitazione, non dobbiamo cercare immediatamente di buttarle via, ma osservarle.
Dobbiamo soltanto sederci con noi stessi e avere il coraggio di fermarci dalla frenesia e dalla preoccupazione, osservando la nostra condizione. Inspirare ed espirare coscientemente immergendoci nella contingente tensione, nel contingente stato d’animo, e ciò già basta a calmare la tempesta e a non identificare la contingenza con la nostra vita.
Ma non dobbiamo aspettare la tempesta per cominciare ad esercitarci.
Quando non stiamo soffrendo, sederci e meditare ci metterà veramente in relazione con la nostra mente, il respiro cosciente ci farà sentire meravigliosi, e questo è il modo migliore per prepararsi ad occuparsi anche delle difficoltà quando insorgono.