A passeggio negli inferi 1

“Questa vicenda avventurosa e quasi incredibile di un giornalista americano, uno scienziato tedesco, una dottoressa francese ed un poeta svedese, ha fatto recentemente grande scalpore ed è stata discussa dalla stampa di tutto il mondo in modo celato e discreto.
In continue dissertazioni, i quattro giovani non erano riusciti a risolvere amichevolmente la questione se il mondo fosse realmente regolato da Dio o da Satana.
Incredibilmente tutti e quattro ricevettero un invito ufficiale, misterioso, e proveniva da Satana in persona.
I quattro erano invitati a fargli visita nei suoi laboratori sotterranei ad una profondità di 20 piani sotto il livello stradale, e …..

…Parlò quindi Morf, assistente di Satana in persona, demonio della raffinazione, parlò riguardo i loro prodotti migliori, tra i più efficaci e provati agenti morbosi di malattia: lo zucchero bianco e le farine, concepiti impeccabilmente nei laboratori sotterranei.

«Che c’è da dire contro lo zucchero? Per quanto mi risulta, si tratta di un alimento indispensabile per l’organismo!», obiettò uno degli ospiti visitatori, la dottoressa Rolande.

«Ha ragione. Lo zucchero, presente nel regno vegetale quale sostanza alimentare, è un elemento fondamentale per la vita. Lo troviamo in misura del 14 % nella canna da zucchero, dal 17 al 20 % nella barbabietola, unitamente a clorofilla, bioelementi catalitici e minerali. In tale concentrazione e sintesi, lo zucchero – quale prodotto naturale “vivo” – è nutrimento necessario e di valore completo, insuperabile ed insostituibile per le necessarie funzioni organiche.
Negli zuccherifici però, sfortunatamente, viene sottoposto ad un lungo e complicato processo industriale. Il sugo estratto viene riscaldato con latte di calce e questo provoca anzitutto una perdita dei sali di calcio e delle sostanze proteiche. Con la reazione chimica quasi tutte le vitamine vengono distrutte. Nel corso di un’ulteriore lavorazione, lo zucchero viene a contatto con ossido di calcio, acido carbonico, anidride solforosa, carbonato sodico.
La massa è quindi sottoposta a ripetuta cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. La melassa viene poi ancora dezuccherata con l’aiuto di idrossido dì stronzio.
Il prodotto così ottenuto, già senza vita, passa quindi alla raffineria. Qui viene purificato con carbonato acido di calce, reso bianco con acido solforoso, filtrato attraverso carbone animale e colorato con bleu indantrene, una sostanza colorante del catrame, o con il tossico bleu oltremare.
Il risultato finale di questo processo raffinato e complicato è una sostanza chimica chiamata saccarosio – C12 H22 Ol1 – smerciata nei negozi come zucchero cristallino, in polvere, a quadretti, in pani o candito. Ecco che, con scaltrezza e perfidia, abbiamo ridotto a strumento di morte una sostanza vivente della natura.
Lo zucchero che esce dalle raffinerie ha perduto ogni contatto con i sali vitalizzanti e le ossidasi ed è una materia sintetica completamente morta, la cui dì gestione l’organismo umano non è in grado di sostenere.
Tutte le sostanze vitali e immunizzanti sono state diluite, alterate o distrutte. Preziose sostanze proteiche, pectine e vitamine sono inevitabilmente perdute. Il prodotto finale degli zuccherifici ha una densità del 98,4-99,5 % e, in tali condizioni, agisce come un tossico devastante».

«Parola molto grossa, che spetta a lei dimostrarci!» borbottò la dottoressa Rolande.

Morf: «Chieda ad un coltivatore cosa potrebbe succedere se egli concimasse i suoi campi con un fertilizzante ad azione sette volte maggiore di quanto essi possono sopportare! Tutte le piante morirebbero inevitabilmente.
Lo zucchero industriale esercita un’azione irritativa sulle mucose, sui tessuti, sulle ghiandole, sui vasi sanguigni e sugli organi digerenti dell’uomo. Lo zucchero è il solo alimento che non contenga acqua.
Lor signori avranno già inteso dire cosa succede quando si deve digerire un cibo cui mancano le sostanze vitali. Lo zucchero bianco è l’alimento carenziale numero uno: agisce nell’organismo come un invasore che arraffa per sé tutte le sostanze che gli mancano, ma di cui ha bisogno per il suo catabolismo, e cioè sostanze vitali, bioelementi catalitici e minerali organici, sottratti dall’organismo.
Mille parti di acqua sono in grado di assorbire che 1 parte di calcio. Aggiungendo zucchero, la stessa quantità d’acqua ne assorbe 35 volte di più, sempre a scapito dell’organismo dall’organismo.
Lo zucchero si combina facilmente con il calcio. Distrugge quindi — alla pari della farina bianca — ossa e denti, dall’interno verso l’esterno.
D’altra parte, l’alimento non genuino altera la saliva, così i denti vengono attaccati anche dall’esterno perché, in certo qual modo, si trovano esposti ad un bagno di aggressivi chimici. I liquidi del tessuto dentario hanno una pressione di circa 7 atmosfere. Lo zucchero industriale aumenta la pressione osmotica della saliva sino a 33,8 atmosfere e, attraverso erosioni e fessure, penetra nei denti come un cuneo ad azione esplosiva, con una compressione di poco inferiore alle 27 atmosfere.
Dirò ancora che gli alimenti grossolani ad elevato tenore minerale stimolano la peristalsi intestinale. Poiché questi mancano completamente nello zucchero raffinato, il nostro magnifico agente morbifico è ottimamente idoneo a paralizzare il movimento spontaneo dell’intestino. Quanto più zucchero l’uomo ingerisce, tanto più pigro diventa l’intestino, ed alla pigrizia intestinale è imputabile un’infinità di gravi malattie…….”

(Tratto dalle ricerche di Gunther Schwab)

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