L’essere stanchi e il “sentirsi stanchi” non sono la stessa cosa!
Non si può valutare la stanchezza vera e propria in base al “senso di stanchezza”.
La stanchezza psicofisica è la diminuzione della propria energia causata dal naturale consumo del corpo durante la giornata o durante un rilevante impegno fisico oggettivo. Basterà sedersi o riposare affinchè la propria energia si rigeneri.
Questa è la stanchezza!
Vi è però una stanchezza diversa, una stanchezza non naturale e anomala, una stanchezza che non va via con il riposo: questa è il senso di stanchezza!
Gli ultimi studi psicologici affermano che la stanchezza deve essere giudicata oggettivamente, in base a ciò che un individuo può ancora realmente fare o sostenere, non soggettivamente in base al poco desiderio che si ha di fare o alla poca energia percepita, in base cioè ai sentimenti percepiti.
La nostra stanchezza, o meglio il nostro “senso di stanchezza” in realtà è legato alla nostra psicologia!
Alle nostre emozioni contrastanti, ai nostri conflitti, alla noia, alle nostre convinzioni, ai condizionamenti subiti nell’infanzia e nella nostra quotidianità….. ai disordini nella nostra personalità!
Per avere successo nei nostri progetti e nella nostra vita, sia a livello esistenziale che spirituale, oltre alle doti di intelligenza, di capacità intuitiva, di tenacia, perseveranza e altro, la qualità più importante da possedere è l’Energia, il senso di vitalità, che sono l’opposto del senso di stanchezza!
Per ridurre la nostra stanchezza occorre riconoscere e agire sui nostri meccanismi psicologici, sui nostri conflitti di personalità, non sulla stanchezza stessa.
La stanchezza è un segnale, non una causa!
L’importante psicologo statunitense William James (che apporta alla psicologia il “pragmatismo” e il “funzionalismo” secondo cui le idee e i concetti sono veri solo se consentono all’individuo di operare sulla realtà) disse:
“Tutti gli uomini possiedono impensabili riserve di energia che soltanto individui eccezionali sanno sfruttare appieno.
L’uomo che impiega le proprie energie al di sotto del loro livello normale non può sviluppare tutte le infinite possibilità della propria vita.
Gli uomini, anche per loro ignoranza, impiegano soltanto una piccola parte dei poteri che in realtà possiedono; l’individuo che sfrutta completamente le sue energie può realizzare il suo destino e la sua vita senza andare incontro a dannose e superflue frustrazioni…”
Nella sfera dell’umano e nella società in cui viviamo troppe sono le occasioni in cui la nostra personalità è sottoposta ad attacchi e condizionamenti.
Tutto ciò crea interiormente una costante insofferenza e frustrazione, una costante tensione fisica e nervosa, un costante disturbo del nostro equilibrio e della nostra personalità: e quindi stanchezza!
Il segnale con cui il nostro corpo comunica in realtà il disordine interiore e nell’ambiente circostante.
Ma la vita non è scienza, non è matematica. La vita quella vera non è somme e sottrazioni, né moltiplicazioni e divisioni.
La vita è un’incognita, un misterioso soffio di vento che può andare in una direzione anziché in un’altra a seconda dei capricci del tempo.
Gli uomini si affannano, si tormentano, si dannano l’anima per cercare di risolvere mille problemi della vita, e non si accorgono che in realtà, il problema è uno solo…. Loro!
Realizzare se stessi e vivere bene non dipende da nessun calcolo, da nessun ragionamento e controllo, da nessun avvenimento bello o brutto che sia, ma dalla capacità di ognuno di costruire il modo migliore di essere nel mondo, di relazionarsi con se stessi, con gli altri e con l’esterno e di poter gustare apertamente dei tantissimi sapori della vita.
Allora per evitare l’infernale trabocchetto autoindotto della flemma, dell’indolenza, della stanchezza, dobbiamo apprendere la flessiblità mentale, rompere gli schemi mentali e precostituiti, lavorare per liberare la nostra energia vitale!
Dentro di noi ci sono cariche di energia di una potenza eccezionale che possono spazzare via l’indolenza, l’apatia, la noia e il nichilismo….. La stanchezza!
Ma se non impariamo ad andare nella stiva, ad attingere al nostro vero potenziale, a tirarlo fuori e ad utilizzarlo per il bene di noi stessi e degli altri, sarà tutto sprecato.
Dobbiamo avere il coraggio comunque di partire da un semplice concetto, concretizzare nella nostra vita un semplice concetto che già duemila anni fa Socrate predicava, il più basilare, il più profondo e significativo che sia mai stata trasmesso:
Conosci Te Stesso…..