Il risveglio del potere
Mudra
(Jalandhara Banda, Mula Bandha, Uddyana bandha, Bandha Traya, Asvini, Sambhavi, Maha Mudra, Mahabanda, Mahavedha, Shakticalana, Viparita Karani, Yoni Mudra) Il terzo capitolo dell’Hatha Yoga Pradipika inizia introducendo l’ambito legato al “puro potere naturale” latente nell’uomo, Kundalini. Il risveglio di Kundalini è alla base di ogni sforzo di evoluzione profonda nell’uomo e occupa la più importante e indispensabile posizione per il lavoro verso la realizzazione dell’assoluto, verso il Samadhi (illuminazione). A nostro giudizio il percorso yogico verso il risveglio di Kundalini richiede l’apprendimento delle Asana e di tutte le tecniche di respiro trascendente (Kryia Yoga), poi dei Mudra e Pranayama, e della Meditazione! I Mudra, comprendenti i Bandha, sono tecniche fondamentali grazie alle quali il sistema nervoso viene purificato e rigenerato totalmente, le vene vengono fortemente riattivate e purificate, tutti i difetti del sangue vengono rimossi, il cervello diviene vigile e inusualmente ricettivo. I Mudra sono particolarmente usati per la purificazione interna, sottile. I Mudra risvegliano i puri poteri latenti nell’uomo. Queste tecniche sono state concepite per la prepotente ascesa dell’energia vitale verso l’alto e il cervello, verso i Chakra superiori, e per fondere le polarità opposte dell’energia. Attraverso il lavoro con i Mudra si cerca di convogliare direttamente e completamente l’energia vitale attraverso il canale centrale “Sushumna” andando a neutralizzare ogni altra attività polare della circolazione dell’energia nel sistema delle Nadi. “Di conseguenza con ogni sforzo si perseveri nella pratica dei Mudra per risvegliare la Signora, (Kundalini), addormentata alla porta di Brahma ”. (Hatha Yoga Pradipika, 1,5 – III).
JALANDHARA BANDHA
In una posizione meditativa, inalare lentamente e ritenere il respiro il più a lungo possibile, piegare in avanti il capo in maniera tale che il mento sia ben bloccato sullo sterno e le vertebre cervicali totalmente allungate. Fissare lo sguardo tra le sopracciglia, le mani appoggiate sulle ginocchia, il pollice e l’indice in contatto.
RISULTATI
Jalandhara Banda è indispensabile in tutte le ritenzioni del respiro prolungate. Durante le ritenzioni del respiro occorre evitare che la potente pressione dell’aria nel torace salga oltre la glottide, specialmente nelle trombe di Eustachio, quindi è necessario bloccare la gola e la glottide con questo bandha che sigilla l’aria nel torace. Inoltre all’interno del collo nel bulbo cefalorachidiano, punto di partenza del nervo vago, governatore del sistema nervoso autonomo parasimpatico, si trovano dei centri nervosi di fondamentale importanza quali il centro respiratorio e cardiaco; nella regione del seno carotideo ci sono poi un relè nervoso e dei baroricettori ultrasensibili, la stimolazione di Jalandhara Banda su tutti essi agisce a beneficio organico e assicura l’abbassamento della pressione arteriosa e dei battiti cardiaci andando ad evitare le conseguenze anomale della ritenzione prolungata del respiro come palpitazioni e accelerazioni delle pulsazioni cardiache. Questa stimolazione, inoltre, agendo attivamente sul nervo vago (parasimpatico), va a ristabilire enormemente l’equilibrio neurovegetativo, combatte l’insonnia, amplifica i movimenti peristaltici, guarisce la costipazione, favorisce le secrezioni di alcune ghiandole fondamentali. A livello sottile con una pratica molto evoluta di tale tecnica si può agire sul nervo del seno carotideo, gli antichi yogi scoprirono infatti che la compressione di questa zona va a creare un particolare stato d’incoscienza, simile ad una trance ipnotica, nella quale le percezioni extrasensoriali sono possibili e la coscienza individuale diventa sempre più affinata e illimitata.
MULA BANDHA
In posizione meditativa inalare lentamente l’aria contraendo gli sfinteri anali, esterno ed interno, e ritraendo leggermente il basso ventre. Portare l’Apana verso l’alto e ritenere il respiro quanto possibile, poi espirare e riportare l’Energia verso il basso rilassando tutto il corpo.
RISULTATI
Porta alla fusione tra le polarità, unisce il Prana e l’Apana. Aumenta il potere digestivo, rimuove i disturbi dell’intestino, può guarire l’impotenza. Anche il vecchio torna giovane. All’altezza del sacro, dalle terminazioni nervose passanti attraverso i suoi fori di congiunzione, troviamo il nervo pelvico che attraverso il plesso pelvico (sistema nervoso autonomo) invia correnti nervose verso tutti gli organi pelvici, coinvolgendo il colon discendente, il retto, l’ano e la vescica (Apana vayu). Altre fibre vasodilatatrici del plesso pelvico vanno verso il pene, la clitoride e la vulva, come verso la muscolatura degli organi genitali esterni. In tale circostanze acquista enorme importanza il sistema nervoso parasimpatico pelvico che controlla funzioni strategiche legate agli organi suddetti.. Mula Bandha e Asvini Mudra vanno direttamente a stimolare il parasimpatico pelvico e i nervi sacrali.
UDDYANA BANDHA
L’Uddyana Bandha dovrebe essere eseguito nella posizione del loto o in siddhasana. Prendere una profonda inspirazione poi espirare inclinando il busto un po’ in avanti appoggiandosi con le mani sulle ginocchia. Eseguendo Jaladhara Bandha alla fine dell’espirazione si sospende la respirazione a polmoni vuoti e si risucchia lo stomaco all’interno contro la spina dorsale e verso l’alto, il diaframma si solleva e il torace si espande. Dopo aver trattenuto il respiro per un tempo non oltre le proprie capacità si prende una lenta inspirazione.
RISULTATI
L’aspirazione dello stomaco crea delle pressioni subatmosferiche negative all’interno delle cavità viscerali, quali stomaco, esofago, vescica e colon, questo favorisce la circolazione del sangue nella regione pelvica e nella zona sacrale della colonna. Le radici nervose e i plessi nervosi che si trovano in questa zona vengono fortemente stimolati e tonificati con delle complesse conseguenze sul sistema nervoso autonomo e sulle funzioni endocrine. A livello sottile la pratica di questa tecnica consente la stimolazione dell’energia dei primi Chakra e la sua risalita lungo la colonna vertebrale e quindi un lavoro sulla Nadi centrale Susumna.
BANDHA TRAYA
Banda Traya è l’esecuzione dei tre Bandha insieme con ritenzione del respiro.
ASVINI MUDRA
Sedersi in Vajrasana o in Siddhasana, inspirare profondamente concentrandosi sul perineo e i muscoli dell’ano, ritenere il respiro mentre si contraggono e si rilassano ripetutamente gli sfinteri anali. Espirando rilasciare lentamente la muscolature e lasciar salire l’energia.
BENEFICI
Cura le emorroidi e le disfunzioni ormonali riguardanti la sessualità, lo si usa per combattere l’impotenza e la frigidità.
SAMBHAVI MUDRA
Sedersi in una posizione meditativa, con il dorso eretto, la colonna vertebrale ben eretta e le mani sulle ginocchia. Con gli occhi semichiusi fissare lo sguardo tra le due sopracciglia, poi ruotare gli occhi all’indietro internamente senza muovere la testa. Cercare di perdersi all’interno del cranio all’altezza del centro tra le sopracciglia e tendere verso la sospensione dell’attività del pensiero come in meditazione.
RISULTATI
Questo Mudra è una delle tecniche maggiormente considerate nello Yoga e negli antichi testi Yogici. Disciplinandosi costantemente in questa tecnica si può trascendere la mente, l’intelletto e l’ego e sperimentare i regni spirituali della “Coscienza”; inoltre è direttamente efficace nel risveglio dei poteri di Ajna Chakra, il terzo occhio.
MAHA MUDRA
Sedersi al suolo con le gambe distese. Portare il tallone destro sotto i genitali o sotto l’ano, con la gamba sinistra distesa afferrare l’alluce sinistro con le mani. Con la spina dorsale il più possibile eretta eseguire Jalandhara Banda, inspirare profondamente (quando si sarà più esperti in questa tecnica, sarà necessario eseguire Bandha Traya durante l’inspirazione con ritenzione del respiro) spingere l’energia dal perineo all’ipofisi lungo il canale centrale e trattenere il respiro quanto possibile in Shambavi Mudra. Poi espirare rilassando tutto il corpo e riportare l’energia nel bacino. Aumentare gradualmente la ripetizione delle respirazioni. Invertire la posizione delle gambe ed eseguire nuovamente.
RISULTATI
(Hatha Yoga Pradipika, 14,16,17 – III) Le afflizioni fisiche, i grandi mali, compresi i Klésa (avidya – ignoranza spirituale, asmita – egoismo, raga – attaccamento, dvesa – avversione/contrasto, abhinivesa – brama delle cose mondane) e la morte, vengono distrutte, per questo motivo i grandi tra i saggi la chiamano Mahamudra. Per lo yogin non ci sono più alimenti consentiti o non consentiti: tutti i cibi di qualsiasi sapore, o anche senza sapore, perfino il terribile veleno, sono digeriti come se fossero ambrosia. Le malattie di colui che pratica la Mahamudra, a cominciare dalla consunzione, problemi dello stomaco, la costipazione intestinale, l’indigestione, la lebbra, sono eliminati.
MAHABANDHA
In posizione seduta si appoggi il tallone sinistro contro il perineo, poi si ponga il piede destro sopra la coscia sinistra; inspirare profondamente eseguendo Mula Bandha quindi spingendo l’energia lungo il canale centrale Sushumna; alla fine dell’inspirazione eseguire Jalandhara Bandha trattenendo il respiro ed eseguendo Asvini Mudra concentrandosi sull’ascesa dell’energia dal perineo all’ipofisi. Espirare e ripetere invertendo le gambe.
RISULTATI
Aumenta la capacità di controllo sessuale e risveglia i poteri mentali ed intuitivi legati ad Ajna Chakra.
MAHAVEDHA
Seduti in Padmasana o Siddhasana piazzare il palmo delle mani a terra, inspirare e bloccare risolutamente il respiro praticando Jalandhara Bandha, cosí, aiutandosi con le mani percuotere delicatamente e ripetutamente le natiche al suolo lasciando che il Prana perfori vibrando il canale centrale; fermare il movimento e poi espirare.
RISULTATI
“Essa deve essere praticata ogni giorno, otto volte al giorno, ogni tre ore, conferisce ogni volta una quantità di meriti e distrugge le influenze del passato su di noi. Quando si è correttamente istruiti in Mahavedha questa elargisce le grandi siddhi, elimina le rughe, i capelli grigi e tremiti, essa è praticata dai migliori tra gli adepti”. (Hatha Yoga Pradipika, 31,29 – III). Queste tre Maha – Mudra insieme risvegliano Kundalini.
SHAKTICALANA MUDRA
Kundalini addormentata alla base della colonna deve essere agitata con movimenti circolari mattina e sera con il metodo di Paridhana. (Paridhana consiste in un movimento ritmico ad onda dei muscoli addominali, che rientrano da sinistra a destra circolarmente) Paridhana può essere eseguito in Vajrasana o in una posizione meditativa cercando di andare a premere il perineo con le caviglie o il tallone. Dopo aver stimolato continuativamente e a lungo Kundalini si dovrà eseguire Bhastrika pranayama per risvegliare Kundalini e farla salire verso l’alto.
BENEFICI
Per rimuovere le impurità dalle 72000 Nadi e liberarsi da tutte le malattie, quale metodo migliore di questo può esistere? E se si ha successo in questo metodo perché mai lo Yogin dovrebbe avere paura della morte?
VIPARITA KARANI MUDRA
Prendere la posizione di Sarvangasana (I° posizione capovolta) e poi inclinare verso il suolo il busto e le gambe formando un angolo di 65° con il suolo. Respirare profondamente sorreggendosi saldamente con le braccia ed il palmo delle mani.
BENEFICI
Il primo giorno lo Yogin deve stare con la testa in basso e i piedi in alto per un istante, poi, giorno per giorno lo si pratichi una frazione di tempo in più: dopo sei mesi le rughe e i capelli bianchi sono scomparsi; poi chi lo esegue per tre ore ogni giorno, VINCE LA MORTE! Questo Mudra cura le vene varicose, emorroidi, il diabete, disfunzioni renali e sintomatologie dolorose delle mestruazioni (la tecnica però non va eseguita durante il ciclo).
YONI MUDRA
Sedere in Siddhasana. Respirare profondamente e trattenere il respiro chiudendo le 7 aperture del cranio con le dita (le orecchie con i pollici, gli occhi con gli indici, la bocca con anulare e mignolo di entrambe le mani, il naso con i medi delle mani) Durante la ritenzione del respiro concentrarsi al centro del cervello ripetendo mentalmente il Mantra Shivo Ham (io sono pura coscienza), poi espirare lentamente rimanendo raccolti.
BENEFICI
La pratica assidua di Yoni Mudra porta al controllo dei sensi e della mente, migliora le capacità di concentrazione e rimuove ronzii e suoni anomali all’interno del capo.
Pranayama
(Nadi Sodhana, Surya Bedha Kumbhaka, Ujjayin, Sitkarin, Sitali, Bhastrika, Bhramarin, Murccha, Plavini) “Allora lo Yogin che ha imparato a conoscere le sue passioni, si avvia al dominio di esse, ad una vita salutare e moderata, dopo che l’Asana è stabilmente acquisito, deve praticare il Pranayama, seguendo gli insegnamenti del Maestro” (Hatha Yoga Pradipika, 1 – II). “Allorché le Nadi dello yogin sono ostruite dalle impurità sottili, a causa di una vita insana, dalle tensioni, dalla confusione mentale e dall’inconsapevolezza, l’energia non può percorrere la via mediana: come può allora attuarsi lo stato di unmani (condizione al di là della mente razionale, Samadhi)? Come può essere raggiunta la realizzazione dello scopo?” (Hatha Yoga Pradipika, 4 – II). “Perciò egli deve costantemente compiere il Pranayama con la mente permeata di sattva (uno dei costituenti primari della realtà corrispondente alla condizione di calma, serenità, compiutezza), finchè le impurità che si trovano nella Nadi Sushumna sono mondate” (Hatha Yoga Pradipika, 6 – II).
NADI SODHANA PRANAYAMA
Avendo preso la posizione del loto o di Siddhasana lo yogi deve inspirare l’aria dalla narice lunare, Ida, narice sinistra, praticando Mula Bandha, e avendola ritenuta nella misura delle sue capacità che egli la espiri attraverso la narice solare, Pingala, narice destra. Poi, avendo inspirato l’aria attraverso la narice solare, narice destra, praticando Mula Banda, dopo aver sospeso il soffio quanto possibile, che egli la espiri per la narice lunare. Ripetendo questo ciclo di inspiro ed espiro si pratica il Nadi Sodhana Pranayama che purifica tutti i canali, riequilibria i cicli vitali, riarmonizza gli emisferi cerebrali e il maschile e il femminile. I tempi di regolazione del respiro e il numero di volte da praticare durante il giorno devono essere indicati dal Guru. “Come un leone, un elefante, una tigre non sono domati che gradualmente, così il soffio vitale deve essere controllato per gradi, lentamente, altrimenti uccide il praticante stesso” (Hatha Yoga Pradipika, 15 – II).
Gli otto Pranayama
SURYA BEDHA KUMBHAKA:
Lo yogin, postosi in un asana tra i più solidi, inspiri lentamente l’aria esterna con la nartice destra, quindi pratichi Kumbhaka (ritenzione del respiro) trattenendo il respiro fino al limite delle proprie capacità in Bandha traya, così che il prana arrivi fino alle estremità delle unghie e fino ai capelli; poi, molto lentamente espiri il soffio vitale dalla narice sinistra. BENEFICI: questo, tra i massimi pranayama, costituisce un tonico generale del corpo, rinforza la vitalità e la lucidità psichica, purifica il cervello, sopprime tutte le malattie dovute ad uno squilibrio di arie vitali e guarisce tutti i problemi causati dagli intestini. A livello sottile risveglia le energie latenti e contribuisce all’apertura del canale Sushumna. “ Surya Bedha Kumbhaka distrugge la degenerazione e la morte, risveglia Kundalini e accresce il fuoco del corpo” (Gheranda – Samhita, 61,62 – V)
UJJAYIN:
l’elemento caratteristico di Ujjayin pranayama sta nel bloccaggio parziale della glottide, destinato a frenare sia l’entrata che l’uscita dell’aria. Con la bocca ferma, si deve inspirare l’aria lentamente per le due narici in maniera che produca il suono “HONG” passando dalla gola al petto, poi dopo aver trattenuto l’aria a polmoni pieni per pochi secondi, fermare il respiro comprimendo completamente la glottide poi si espiri dalle due narici producendo sempre il suono caratteristico di Ujjayin. BENEFICI: il bloccaggio parziale della glottide ha come conseguenza l’aumento della pressione intratoracica durante l’inspirazione, cosa che accresce l’effetto esercitato dalla spugna polmonare sulla circolazione venosa; nell’espirazione, la depressione intrapolmonare aumenta, cosa eccellente per i polmoni la cui elasticità viene mantenuta. Gli scambi gassosi soni migliori in Ujjayin che nella respirazione ordinaria e addirittura che nella respirazione Yogica. La compressione degli organi addominali stimola i chakra correlati al basso ventre e fisiologicamente stimola il potere digestivo. Questo tipo di respiro aumenta l’ossigenazione del cervello e agisce sul sistema nervoso. E’ molto efficace per la cura e la prevenzione delle malattie della gola, tosse ed eccessiva secrezione delle mucose.
SITKARIN:
Sedere in Padmasana o Siddhasana, inspirare dalla bocca semichiusa a scatti ripetuti producendo il suono SIT…SIT…SIT… . Ritenere il respiro a polmoni pieni il più a lungo possibile senza forzare, poi espirare unicamente dal naso. BENEFICI: agisce sui disturbi sessuali e sul controllo dell’eiaculazione, elimina torpore e sonnolenza, aumenta la concentrazione e la lucidità mentale.
SITALI:
Sedere in una postura solida, inspirare lentamente attraverso la bocca, con la lingua che assume la forma di un becco leggermente fuori dalla bocca e che succhia l’aria. Si produca il suono SIT…, ritenere il respiro a polmoni pieni quanto possibile, poi espirare dal naso solamente. BENEFICI: distende la pelle del viso e lo rende bello e splendente, rimuove fame, sete e disturbi della milza, rinfresca il corpo diminuendo la temperatura corporea. Tende ad unire l’energia sessuale a quella psichica nutrendo potentemente il cervello e tutto il corpo.
BHASTRIKA:
Sedere in Padmasana o Siddhasana, attraverso il naso espellere con forza l’aria comprimendo verso l’interno il diaframma e lasciare che l’inspirazione, sempre attraverso il naso, avvenga automaticamente come riflesso della forte espulsione e del rilassamento del diaframma. Creare l’effetto di un mantice. Dopo un ciclo di almeno un minuto trattenere il respiro con Jalandhara Bandha o Bandha Traya. BENEFICI: Bhastrika come Kapalabhati è in grado di espellere totalmente l’aria viziata residua nei polmoni, costituisce perciò un processo di pulizia totale delle vie respiratorie. Il pH del sangue si modifica temporaneamente e con la brusca discesa del tasso di CO² le cellule si sbarazzano facilmente dei loro ristagni chimici. Il sangue si satura di ossigeno, le cellule possono in fretta fissarne la loro parte, ne consegue una stimolazione consistente della respirazione intracellulare, il che si manifesta con una sensazione di calore nel corpo. Tutto il sangue venoso è riciclato e riossigenato, ne risulta dopo una pratica di 2 o 3 minuti una vibrazione di tutti i tessuti, l’intero organismo trasale sotto l’effetto di questo Pranayama. Questa pratica, oltre ad accelerare la circolazione sanguigna nel cervello ne attiva i Chakra corrispondenti, in particolare Ajna Cakra. Inoltre la tensione alla fusione tra inspiro ed espiro tende a stimolare Kundalini.
BHRAMARIN:
Si inspiri dalle due narici in maniera molto decisa portando il soffio vitale nel cervello, al centro tra le due sopracciglia. Mentre l’indice delle due mani andrà a chiudere le orecchie si trattenga momentaneamente il soffio fissando la mente nel sesto Chakra, si espiri poi con la bocca e i denti chiusi, emettendo il suono dell’ape rimanendo concentrati al centro del cervello perdendosi nella vibrazione prodotta dall’espirazione. BENEFICI: questa pratica interiorizza la mente, l’effetto della vibrazione del suono calma la mente e le ansie e nello Yogin affiora uno spirito di gioiosa e beatifica contentezza.
MURCCHA:
Inspirare attraverso il naso e trattenere il respiro, poi eseguendo e mantenendo molto fermamente il Jalandhara Banda, riportando il capo eretto si espiri dal naso fino a svuotare i polmoni concentrandosi profondamente sull’ipofisi. Si può eseguire con effetti più potenti abbandonando il capo all’indietro durante la ritenzione del respiro. BENEFICI: è molto indicato come preparazione agli stati meditativi, interiorizza profondamente la mente, aiuta a controllare il vagare indiscriminato della mente e neutralizza momentaneamente la forza dei sensi. Induce un senso di tranquillità in tutto il corpo e nello spirito dello Yogin, quindi è utile per rimuovere tensione, ansia ed ira. Negli stadi avanzati di questa pratica si ottengono benefici relativamente a nevrosi e problemi mentali.
PLAVINI:
Si inspiri riempiendo l’addome di aria, si pratichi Kumbhaka (ritenzione del respiro) mantenendo l’aria nello stomaco. Lo Yogin impegnato in questa pratica galleggia con facilità anche su acque profonde come una foglia di Loto. Ricarica il “Centro” stabilizzando le energie nel ventre, la pratica prolungata di questo Pranayama aiuta i problemi dello stomaco e dell’intestino.